Pagina:I sogni.djvu/121

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sesto secolo dell'era volgare, e che si avrebbe quindi in essa uno dei più antichi documenti poetici della moderna Europa».

«È ben inteso, che trattasi qui della redazione originaria nell'idioma volgare del tempo e del luogo e non già delle redazioni recenti cantate oggidì. — Ma non cessano perciò di procedere da redazioni anteriori; giacchè è fuor di dubbio, che la forma della poesia popolare cantata, finchè non é fissata dalla scrittura, segue le modificazioni continue dei dialetti e si va successivamente mutando».

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Alessandro d'Ancona a questo proposito osserva:

« — Se si volesse applicare al nostro caso la dottrina... che le canzoni storiche, sieno sempre coéve al fatto che celebrano, avremmo qui un canto volgare anteriore assai allo svolgimento delle lingue volgari». — «Noi crediamo che la data d'origine abbia a porsi non prima del generale e contemporaneo ridestarsi dell'intelletto, della lingua e della persona civile del popolo italiano. — In quella età eroica della nostra storia; in quella gioventù vigorosa delle nostre plebi, le tradizioni antiche conservate nella memoria e via, via modificatesi, presero forma poetica ed espressione nel novello linguaggio — e allora, o poco appresso, dovette nascere come frutto maturo anche il canto di «Dona Lombarda» postuma vendetta della discendenza latina contro una malvagia eroina della stirpe degli oppressori...» — Ma il Nigra, insiste «che i metri volgari e le rime esistevano già negli inni latini della chiesa ed in altri componimenti, non solo del VI secolo, ma nella chiesa milanese specialmente, fino dal IV secolo».

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