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Pagina:El marìo cortesan.djvu/33

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Luc. Perchè mi son putella, e lu xe el mio sior nono.
Ott. Oibò, nè pur ciò basta per simili rifiuti.
Luc. Perchè lu no me piase; e mi, Sior, piaso a tutti.
Ott. Non credo poi d'avere con voi questa disgrazia.
Luc. A far l'amor dasseno nol gha niente de grazia.
Ott. In cosa la mettete? vedrò d'averla anch'io.
Luc. Cossa soi mi.. nel muso, e in quel che ghe vien drio.
Ott. Se tutto questo avessi, ditelo per mia regola,
          Voi mi vorreste bene?
Luc. Oibo, nanca una fregola.
Ott. Perchè tal stravaganza? bizarra in verità!
Luc. Perchè no vojo chiaccole, mi vojo fatti, e quà.
Ott. Quà?
Luc. Quà.
Ott. Ma.. se potessi.. ora vedrò, ma dubito. 1
Luc. Queste xe tutte chiaccole, mi vojo fatti, e subito.
Ott. Subito: e quà?
Luc. Quà subito.
Ott. Diamogli un' altra occhiata. 2
Luc. Coss'è ste scondariole? Vardè mo se son mata? 3
          Questa sarà una lettera de qualche paroncina,
          E po el vien quà a contarmela. 4
Ott. (Adesso mia Cugina
          Non mel perdona più.)
Luc. Bravo, Sioretto, bravo!
          D'esser el so ziogatolo dasseno no pensavo.
          Coss'è sto vegnir via finzendo de cascar,
          Per darme una impiantada, e farme minchionar?
          Sti musi no la merita. Vardè che bone gnuche!
          Quà su no ghe ze malta, 5 da far sguarde le zuche.
          El me l'ha fatta a mi: corro da mio fradello
          A contarghe sto tiro, e l'ha da far con ello. parte.
Ott. Or sì sono imbrogliato. Scoperto è il nostro arcano;
          Mia Cugina è bestiale; anche Zanetto è strano.
          La Contessa è in parola; Lucietta non vuol ciarle:
          Vorrei contente entrambe, ma come contentarle?

  1. Cava fuori il biglietto, si tira in disparte, e con lazzi di non esser veduto, lo legge.
  2. Come sopra.
  3. Gli leva il biglietto.
  4. Legge piano.
  5. Accenna il suo viso.
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