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Pagina:El marìo cortesan.djvu/20

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Giul. A che gioco giochiamo, marito mio carissimo?
          Voi parlate in enigma, ma intendo anch'io benissimo,
          La sorella accusando, che in ciò non v'interessa,
          Voi, Signor, pretendete di condannar me stessa.
          Sono cose alterate: c'è da pensarci sù:
          Tutte lingue cattive.
Zan. E chi parla con vù?
          Se mia mugger da niovo tegnisse sto sistema,
          Credela, siora Giulia, che mi averìa sta flema?
          Salla, che ne gho filo de dir quello, che occor,
          Nè son marìo bon stomego; ma son omo d'onor.
          No, siora Giulia cara, no gho niente con ella,
          Col zerman gho qualcossa; ma l'è una bagatella.
          De quel che avè da dirghe za vu se persuasa:
          L'ha da parlar con mi, se'l vol vegnir in casa.
Giul. Io non so inciviltà.
Zan. Dirghelo con creanza.
Giul. E cosa gli ho da dire?
Zan. Me son spiegà abbastanza.
Giul. Chi sa quando lo vedo?
Zan. El pol tardar pochetto.
          El vol da vu in persona risposta a sto biglietto.
          Quasi me lo scordavo, se nol mettevi in ballo,
          Perdonè, se l'ho averto, perchè l'ho averto in fallo.
          Andè la, siora Giulia, andè a risponder subito,
          Cusì vol la creanza, vu ghe n'avè, no dubito.
          Ma nella prima riga per tiorme a mi sto imbrojo,
          Con civiltà scriveghe, che in casa no lo vojo. parte.
Giul. Ecco chi m'ha tradita! Questo biglietto è stato:
          Va, cerca quel buon uomo a chi l'ha consegnato.
          Della gente di casa ebbi sospetto in questo;
          Ma il biglietto fu il primo, essi avran detto il resto.
          Son in un bell'impegno: ma no, non m'imbarazzo:
          Il caro mio marito, se vil mi crede, è pazzo. parte.

SCENA III.
Zanetto, ed Ottavio.

Zan. A Pian, Sior, dove valla?
Ott. Vado pe' fatti miei. 1
Zan. Chi cercala in sta casa?
Ott. Vada: non cerco lei.

  1. Sempre con riverenza.
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