Pagina:Coletti - Poesie postume in vernacolo veneziano, Venezia, Gattinoni, 1889.pdf/76

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E in quell'ora Marinela
Sotto un salice piangente
Stravacata mollemente
Querelavasi così:

(3) «Casta Diva che inargenti
Questi broccoli noveli
Deh! mi scopri ove si cêli (4)
Fridolin mio dolce amor.

»Scorsa è l'ora e ancor non viene!...
Lo spergiuro m'ha impiantata»
― E la bella fidanzata
Toccò l'arpa del dolor! (5)

«Egli infido?.. ah! no; si opone
All'affetto che ci accese,
Per la spuzza del marchese
L'orgoglioso genitor,

»Chè per nuora egli disdegna
Una povera sartora...
Ed io vivo?... ah! no; si muora
Pria che uccidami il dottor.»

Disse e in man chiapò la forfe
Che portava al fianco cinta
E tre volte fece finta
Di ferirsi e non ferì.