Le massere/L'autore a chi legge

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Qualità del testo: sto testo el xe conpleto, ma el gà ancora da vegner rileto.
L'AUTORE A CHI LEGGE
1755

 Edission original:   

"I capolavori" di Carlo Goldoni; a cura di Giovanni Antonucci;
editore: Newton Compton; collezione: Grandi Tascabili Economici; Roma, 1992

 Fonte:

http://www.liberliber.it/libri/g/goldoni/index.htm

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L'AUTORE A CHI LEGGE


Quasi tutti gli anni sull'ultimo del carnovale ho usato di dare al pubblico una Commedia per il paese nostro, di stile e di carattere veneziano. La Putta onorata, la Buona Moglie, i Pettegolezzi delle Donne, le Donne gelose ed altre ancora si ponno leggere nei dieci Tomi della mia edizione primiera. Pareva che nella Compagnia novella non ci fossero i personaggi adattabili a tal linguaggio, ma l'esperienza ha dimostrato il contrario, mentre in questa delle Massare ed in altre ancora, posteriormente composte, sono mirabilmente riusciti. Anzi questa, che ora pubblico colle stampe, è più veneziana delle altre finora esposte, e tanto particolare a questa Nazione, che difficilmente può essere altrove intesa, e nei suoi costumi, e nei suoi sali goduta. Chi mai può persuadersi fuori di qui, che l'acqua sia un capitale così prezioso, che comprisi a danaro contante, e vadasi mendicando da chi non ne ha alle case che per ventura ne sono più provvedute?

L'uso de' fornai che vanno per la città avvisando col loro fischio alle case l'ora di fare il pane, per infornarlo a suo tempo, è cosa specialissima del paese. Tale è parimenti la costumanza delle serventi ordinarie, dette comunemente Massere, di avere la giornata di libertà in occasione del carnovale; ed è un divertimento singolare de' giovanotti di questa città trattenersi in divertimento con questa sorta di gente. Moltissime altre cose sparse si veggono per la Commedia, le quali abbisognano di spiegazione per l'intelligenza de' forestieri, e i termini sono così fattamente ricercati nel vernacolo della plebe, che senza la spiegazione difficilmente potranno essere intesi dai Forestieri. Aveva pensato di facilitarne l'intelligenza colle annotazioni in piè di pagina, come in altre Commedie si è praticato, ma oltrecché riescirebbero le note voluminose, mi dispenso per ora da tal fatica, sperando in miglior modo soddisfare amplamente alla curiosità di quelli che non intendono perfettamente la nostra lingua. Sto facendo ora un Vocabolario colla spiegazione dei termini, delle frasi e dei proverbi della nostra lingua per uso delle mie Commedie, e questo servirà comodamente per tutte quelle che si sono stampate finora; e se altre se ne stamperanno dopo il Vocabolario, e in alcuna di esse qualche nuovo termine si ritrovasse, sarà in piè di pagina pontualmente spiegato.

Nella ristampa in Torino dei dieci Tomi della mia edizione fiorentina evvi una specie di vocabolario simile, nell'ultimo Tomo, stampato, ma questo non serve per uso delle mie Commedie, sendo stato fatto altre volte per la traduzione in lingua veneta del Bertoldo, onde io ne prometto uno completo, il quale uscirà, a Dio piacendo, in quest'anno.

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