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In gondoleta. Barcarole e rime veneziane/Avvertenza

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Qualità del testo: sto testo el xe conpleto, ma el gà ancora da vegner rileto.

 Edission original:   

Antonio NegriIn gondoleta, Barcarole e rime veneziane, Milano, Carlo Aliprandi, 1895

 Fonte:

Indice:In gondoleta.pdf

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AVVERTENZA


Per quanto riguarda l'ortografia adottata nel presente volumetto, devo premettere due parole. Come consigliò Attilio Sarfatti nella "nota" premessa alla prima edizione delle sue Rime Veneziane, anch'io scrissi la consonante c davanti ad i, e, con la cédille, che determina il suono s: e tolsi l'h, che si soleva una volta mettere fra la c e la i, la c e la e. Così çielo, çimitero, çità, dolçe, ecc., si leggeranno: sielo, simitero, sità, dolse, ecc.; invece di vechio, vechi, vechie, ochio, a chico a chico, ecc., secondo la grafia antica, preferisco scrivere vecio, veci, vecie, ocio, a cico a cico, ecc., le quali parole, non avendo alcun segno, si leggeranno come sono scritte.

In quanto concerne il modo per indicare graficamente il suono palatino della c che segue alla s, convengo con quanto scrisse il Dottor Umberto Spanio nella «Avvertenza» anteposta ai versi Un toco de vita veneziana, pubblicati sotto il pseudonimo: Grilo. Trascrivo le sue parole: «La difficoltà maggiore sta nel modo di indicare graficamente il suono palatino del c che segue alla sibilante dentale. Il Boerio ed altri proposero di rendere questo suono coll'aggiunta di un h ed insegnarono quindi di scrivere: rischiar, schioco, schiantar, ecc. Altri tentarono di indicare questo suono coll'interporre una lineetta fra la s e la c: ris-ciar, s-cioco, s-ciantar. Perchè non adottare il sistema della linguistica moderna, che distingue il suono palatino del c per mezzo di un accento sovrapposto? Così: risćiar, sćioco, sćiantar, si pronunciano come fosse scritto: ris-ciar, s-cioco, s-ciantar, a differenza della pronuncia di sciar, scioco e simili», che si pronunciano come ad esempio l'italiano: scia.




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