Salta al contegnùo

Pagina:I sogni.djvu/80

Da Wikisource
Sta pagina la xe stà trascrita e rileta.



*
* *

Le due voci misteriose della «Notte di San Giovanni», appartengono all'astuto Longino, esarca di Ravenna ed alla terribile Rosemunda, già vedova assassina di Alboino.

Essi congiurano ai danni di Elmichi, sposo novello di Rosemunda, che se n'era ito alla caccia.

Nella terza parte della ballata, invece, Longino sparisce come tutti i vigliacchi seduttori e rimangono soli nel castello, Rosemunda ed Elmichi, a misurarsi colpi mortali.

Scopo mio ambitissimo e supremo del resto, è stato quello di esaltare un angolo delizioso di Verona, per la inveterata abitudine di rivestire di poesia, ciò che a tanti appare nudo e lebbroso; e per incastonare il meglio che si potesse, nella corona delle verdi colline, un bel rubino rosso sanguinante, di pura marca reale, che tanto e tal fosco gioiello di saga è la «Dona Lombarda».

E se volete di più, pur io, anima popolana latina, intesi di scagliare la mia invettiva alla regina dei Longobardi

Traesto fora da Wikipèdia - L'ençiclopedia łìbara e cołaboradiva in łéngua Vèneta "https://vec.wikisource.org/w/index.php?title=Pagina:I_sogni.djvu/80&oldid=66867"