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Pagina:Raccolta di proverbi veneti.djvu/382

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368. PROVERBI DEI SETTE COMUNI VICENTINI Di bomme Roan, baz se ködent belnsa net moan. Di bon Roban baz se net habent hìnten, habensa vrahan. Quei di Canove quel che dicono, non vogliono dire. Quei di Roana ciò che non hanno di dietro, l'hanno davanti. {Credo s'alluda alla gobba ed all'ernia, prodotte dalle gravi fatiche, G. V.) Bear laiget auz, kimmet auz. Chi impresta, resta senza. Bear teket, borderket. Chi accarezza, insudicia. Kummar bia de prechtest, un ich küdedar von beme lante du pist. Dimmi come parli, e ti dirò di qual paese sei. A tällele un an ekele machent an ebenle. Una vallicella ed un poggio fanno una pianura. De kügelan von hunten, un de dink von armen man- nen, saint gozoget allen. I testicoli dei cani, e gli affari dei poveretti, sono noti a tutti. A kloaz un an grozez, machent an galaichez. Un piccolo ed un grande formano un eguale. Benne lofet der haso, benne lofet der hund. Ora corre il lepre, ora corre il cane. Der snea holegher Valentin strigt da her, strigt da hin, act taghe au, act taghe habe, svazer auz pa Loch. La neve di S. Valentino scompare or quà or là, e otto giorni su, otto giorni giù, l'acqua corre pel Buso. {Buso, Buco, è un romitaggio nel fondo di una valle angustissima, nel comune di Foza). — Questi due ultimi proverbi mi furono mandati da Don N. A. Munari, curato di Stoccareddo, presso Gallio, altro dei Sette-Comuni, ove i contadini vecchi parlano ancora il dialetto tedesco. Nel quale, trent'anni or sono, si faceano le prediche, le istruzioni, e la dottrina cristiana in tutte le chiese di Asiago, Foza, Gallio, Roana, Rotzo e Canove. Ora non si fanno più che le confessioni; forse perchè paia che sien fatte più secretamente in una lingua che non è più pubblica. Essa andò corrompendosi via via per l'intrusione delle parole italiane, che poi prevalsero totalmente. Il terzo e quinto proverbio della pag. 366, a Rotzo si dicono pur così: De kindar benne de steent vesten, it an ondar signaal. Meten çiacoler tuzigh nigt. Nei due altri Comuni di Lusiana e di Enego, che sono più in contatto coi Vicentini, nessuno ricorda che vi sia stato parlato il tedesco. Sul quale, chi vuol avere ulteriori notizie, vegga il Ristretto di nozioni storiche sui Sette-Comuni (Asiago, 1880), del benemerito Ingegnere Giuseppe Nalli, e lo studio che fra poco ne pubblicheràl'avv. Cav. Giulio Vescovi. a. P.

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