pressi da 40 sino a 80 mila esemplari per anno. Il Pozzobon prese moglie all'età di 53 anni, e n'ebbe tre figliuoli. Cessò di vivere a' 10 di luglio dell'anno 1785.
Era di serio contegno, ma nel tempo stesso lieto e gioviale. Dilettavasi di pittura e di nummaria, ed era riuscito a formarsi una serie di medaglie, sì romane che del medio evo. Dopo la sua morte furono raccolte tutte le sue poesie, e stampate in Padova per Carlo Conzati, senz'anno, ma nel 1788, e segg. in 5 volumi in 8°. Da questa faraginosa raccolta si sono tolte le poche cose inserite nella presente edizione, come fece il Gamba, in attestato di riverenza ad un nome benemerito del dialetto veneziano.
Dalla spontaneità del componimento il Bouquet si vorrebbe francamente asserire, che il N. U. Nicolò Priuli, amante del dialetto della sua patria, ne coltivi con effetto felice la musa, e che abbia dettato altre cose di maggior conto, le quali si meriterebber la stampa.
Giovanni Querini qu. Vincenzo fu un fertile scrittore di poesie in dialetto veneziano, ed il Gamba ci ricordò, che in un codice della Marciana se ne contengono molte, che meriterebbero di essere pubblicate.
Tati Remita è nome anagrammatico di Tita Merati, e l'autore di questi sonetti fu don Giambattista Merati veneziano, che fiorì poco dopo la meta del secolo scorso, e che visse riputatissimo abate della sua religione de' monaci benedettini di s. Giorgio. Abbiamo di lui alle stampe i Saggi Metrici. In Venezia per il Deregni, 1763 in 8.°, i quali formano un'ampia raccolta di sonetti nel dialetto veneziano, di argomenti per la maggior parte filosofici e morali, e somiglianti ai caratteri di Teofrasto, cioè diretti a regolare i social i costumi. Ottima è stata l'intenzione dell'autore, ma le sue poesie mancano affatto di gusto e di spirito, nè si possono commendare che per molta facilità. I pochi sonetti qui inseriti sono tratti dall'opera sopraccennata.
Pietro Sala, che esercitava la avvocatura, ha meritato che il chiar. Gamba offerisse un saggio del suo valore poetico nella collezione delle migliori opere scritte nel dialetto veneziano. Da questo saggio potrebbe dedursi che d'altre cose sia stato autore, le quali però non ci fu dato di possedere.
Marco Spranzi nacque in Vicenza nel 29 Aprile 1762, ed ivi cessò di vivere nel 18 Febbraio 1832. Fu buon poeta vernacolo, come lo dimostra l'elogio dei cani, che per la prima volta viene inserito in questa nostra raccolta di poesie veneziane, e come potrebbero dimostrarlo altri componimenti da lui non pubblicati. Qualche leggier cambiamento è occorso nella lezione per adattare possi-