E. D. DAVENPORT
Si troverà alquanto strano che io indirizzi a Voi, onorevole signore della Inghilterra, una Raccolta di Poesie scritte nel particolare dialetto usato in un cantone della Italia. Ma se le dedicazioni si fanno o perchè gli argomenti svolti ne' libri tornano a particolare diletto di coloro a' quali si offrono, o perchè danno una pubblica testimonianza di affetto o di riverenza, niuna ve n'ha che possa essere fornita di migliori e di più giusti diritti di questa mia. Essa a Voi appartiene, dotto e perito nelle lingue e ne' dialetti italiani, a Voi, raccoglitore solerte delle antiche e moderne preziosità dell'italiana letteratura, a Voi scrittore felice d'italiani versi berneschi e di novellette venuste, a Voi poi spezialmente, che per finezza d'ingegno, per eccellenza di cuore, per costante amorevolezza verso di me siete sempre presente all'animo mio.
E siccome io ardisco confidare di avere fatto ottima scelta ne' Componimenti, che mi sono proposto di dar in luce, così non potrà non esservi grato che vi renda qualche ragione, e intorno al mio disegno, e intorno agli autori raccolti, onde possiate con favorevole prevenzione gustare della grazia, della forza, della eccellenza, di una perfetta poesìa, abbenchè travestita sotto le umili forme di un parlare vernacolo.
Colle illustri testimonianze dello Zeno, del Bettinelli, del Cesarotti e di altri mi sarebbe a buon conto facile il dimostrarvi che il veneziano dialetto sta in cima ad ogni altro d'Italia; ma non è proprio di animo gentile il ledere a' diritti delle altrui patrie predilezioni a fine di esaltare quel