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Pagina:Poesie e satire di Pietro Buratti veneziano.pdf/240

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NOTA alla Lettera Stella.

Il mancar di parola fu sempre tenuta la cosa più vile del Mondo, singolarmente quando si tratta di compromettere la tranquillità d'un amico.

Il Sig. Paolo Stella spedizionere di professione è reo verso l'autore di questa macchia, poichè avendogli affidato per poche ore le mie Ottave sull'Elefante, non solamente ne fece trarre una copia da suoi giovani di banca, ma la diede in terza mano e fu causa della sua promulgazione deformando per corollario di gentilezza il manoscritto coll'ignoranza propria di uno spedizionere e de' suoi emanuensi.


Epistola a Paolo Stella.


In quei ani sior Paoleto
     Che mi fresco dal cavielo
     Co le fùbe e col sacheto
     Me pareva d'esser belo;
In quei ani ch'el Sanser
     Come el sudito al Sovran
     Chiacolava col banchier
     A capelo sempre in man;
Che da l'abito e dal muso
     El signor contrassegnà
     No podeva andar confuso
     Co la spia, col desperà;
La parola nel mercante
     Tanto sacra se stimava
     Che spuzzava da birbante
     Chi un pocheto scantinava.
Da sta spezie di esordieto
     Da sto ziro a la lontana
     Za la vede sior Paoleto
     Un principio de fumana.

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