Pagina:Poesie e satire di Pietro Buratti veneziano.pdf/187

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non so come, di una tanta lode, credette bene di farla pubblica in molte lingue, dando alla luce un'edizione poliglotta, e commettendone anche all'autore una traduzione litterale nel nostro vernacolo. Ma come nella versione Italiana egli aveva accortamente fatto cangiare il vocabolo appettito in buono umore, io credetti di sostituire la parola Morbin che suona lo stesso. Eccola, non come una bella cosa, ma come preparatoria allo scherzo che segue:

De graziete el to modelo
     Sia la mama, bel putelo,
     I talenti del papà
     In ti cressa co l'età
     E per salsa, e contentin
     Roba a Rizzo el so morbin.

Niente di più commendevole del Morbin innocente, giacchè abbiamo dalle sacre pagini, servite Dominum in letitia. Ma come, non senza rimorso, ingannare l'anima di un bambino lavato appena al sacro fonte della macchia originale?

Io mi sono creduto in obbligo di addottrinarlo per tempo sulle pericolose attrattive del Morbin offertogli per modello. Parlo alla culla del Pargoletto, e restringo il molto in poco avendo riguardo alla sua età. Del resto l'argomento è così fecondo che meriterebbe un poema.


Satira.


I t'ingana bel putelo
     I t'ingana e de che peta,
     El gran mal xè ne la streta, 1
     Sofri caro, sto dolor.

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