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NOTA PRELIMINARE

È questa l'ultima satira dell'autore con la quale dichiara d'aver sigillata la sua carriera, convinto che i costumi non migliorano sotto il flagello del ridicolo, che il povero Poeta perde l'acqua e il sapone, e che sottratto le tante volte dal pericolo prossimo di una bastonatura deve mettere il cervello a partito ora che de' suoi giorni è responsabile verso due teneri figliuoletti che gli scherzano intorno. Questa raccolta non è, per dir il vero, uno dei migliori codici morali che si prepara allo sviluppo del primogenito, nè mai a proposito si vide su questa secreta edizione ad usum Delphini. Ma si doni a qualche scintilla di amor proprio, forse non indegna di satira, il desiderio che m'ebbi di vedere tolto dall'ingombro disordinatissimo in cui giaceva il prodotto di tante ore o spese o gettate. Non sarà mai vero ch'io ne ambizioni la stampa rinunziando ai riguardi verso a tanti fatti segno dell'intemperante mio delirio; bensì dichiaro solennemente che mi fu sprone a questo genere di poesia più che la rabbia del satirico una certa innata giovialità che non può serbar le misure una volta che mi cade sotto la penna un'argomento e che la rima concorre spontanea a renderlo più piccante. Così nacque appunto l'ultimo lavoro ch'io qui trascrivo, e di cui mi bisogna premettere la storia per intelligenza di chi legge.

Milord Bijron, il primo dei poeti scriventi dell'Inghilterra fece un madrigaletto per onorar la nascita di un bambino figlio primogenito del Console Britannico. Voti di bellezza, di virtù, e di appettito conteneva la tenue, e brevissima composizione. Per la prima davasi per modello la madre, per la seconda il padre, e per il terzo il Conte Francesco Rizzo Patarol, amico intimo di Milord non che del Console. Superbo il Conte,

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