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CHIUSA

Il mio satirizzato raccoglie spesso nel suo studio alcuni amici, e li munisce tutti d'un piccolo Sannazzaro per tener dietro alla sua traduzione che sta registrata in un gran libro che porta in fronte il suo ritratto. Ippofilo legge con una tal persuasione di se che infuoca spesso le pallidissime e smunte sue guancie. Ebbi io pure l'onore più d'una volta d'essere del bel numero uno; ma confesso il mio peccato, niente per altro che per godermi la scena unica, e riflettere sulla vanità degli umani deliri.

ANNOTAZIONI

1 D'ordinario questi quattro componevano alle tarde ore della sera un crocchio separato al caffè di Floriano dove interveniva Ippofilo avente sempre indosso qualche pezzetto di traduzione dell'opere di Sannazzaro, e si doveva voglia o non voglia tranguggiare la pillola amara.

2 Ippofilo intieramente persuaso del suo merito si comportava nella nostra società con molta disinvoltura, quantunque spesso bersaglio dei comuni sarcasmi.

3 Fingendomi anonimo doveva naturalmente alterare qualche circostanza.

4 E ne son persuaso. Pochi giovani all'età di Scolari sono tanto istrutti. Pochi si danno allo studio con tanto fervore, e sanno isolarsi al lume della vigile lucerna da quanto nel quinto lustro irrita il senso, e lusinga il bollore delle passioni. Ma il pedantismo distrugge ogni merito. Scolari non avanzerà d'un passo perchè già suppone d'aver tocca la meta. Quindi la smania di passare per autore, e di sputtare sentenze dal tripode letterario.

5 Esile di natura, sbarbato, e piccolo manca per sua disgrazia di tutto quello che pur serve a raccomandarsi fra gli uomini che d'ordinario giudicano

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