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NOTA PRELIMINARE

Il mio passo grave, e una certa compostezza di persona che pare in contradizione con questo genere di poesie, mi fecero meritare un giorno il titolo di Papa Sisto dallo scherzevole Tommaso Soranzo, venuto allora di fresco da suoi viaggi in Francia, e in Inghilterra. La burla prese voga e creatomi Papa così di sbalzo si credette opportuno di venire alla nomina d'alcuni Cardinali, e di formare un concistoro poetico alla tavola dell'ospitalissimo nostro Mecenate. Fu dunque nominato Soranzo Cardinale Decano, Giuseppe Ancillo farmacista Cardinale Paca, Niccoletto Streffi Cardinale Brancadoro, e Giuseppe Corner Cardinale Zamaria. Il Poeta cercò di far conoscere alla meglio la giusta appllcazione di queste nomine traendo partito dalle particolarità di ogniuno. Furono aggiunti al Concistoro il Cavalier Alvise Querini, il celebre letterato Mustoxidi, il Cavalier Tordorò, Alvise Pisani, e il giovane Toffetti, dando a ciascheduno un impiego relativo ai fasti loro individuali. S'apre il Concistoro colla benedizione papale piuttosto viva, tenendo alla generale opinione sul carattere di Papa Sisto, che non la perdonava neppur a Cristo secondo il proverbio.

Tutto è permesso fra la gioia dei bicchieri, ne mi si faccia una colpa se l'esordio eccede un poco i limiti.

IL CONCLAVE


Nù, per la grazia del cielo, e dei cogioni
     Che da San Piero in quà ne lica el tondo,
     E crede el Papa sul magior dei troni
     Messo da quelo che à redento el Mondo
     Senz'arme ne soldai contro i birboni
     Ch'el Diavolo mandasse dal profondo
     Per far capir che no se dà cagnera
     Più bela de la nosttra su la tera,

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