Pagina:Poesie e satire di Pietro Buratti veneziano.pdf/114

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Che le mode oltramontane
     Sfoggia in vesti di Parigi
     Sopra tutte le Puttane
     Che han qui sete di Luigi.
Col veneno su le labbia
     Parli pur di me l’ingrata
     Sciocca in vero è la sua rabbia
     Ch’io l’ho sempre commendata,
E la predico altamente
     Come esempio di decoro
     Contro qualche maldicente
     Che famelico dell’oro,
A gran torto si sorprende
     Che per misero tributo
     Chi, per poco non si vende,
     Sia capace d’un rifiuto.
Ma se giudice qui eletto
     Son pur anco di quel grande
     Che fè scrivere il casetto
     E tesori intorno spande.
No per Dio che la mia Musa
     Imparzial nel suo giudizio
     Dal suo fiasco non lo scusa
     M’abbia ei pure in quel servizio,
Fiasco sempre è battezzato
     Il trovar nella sua brama
     Un contrasto inopinato
     Fosse ancor per caso Dama.
E più fiasco s’avvalora
     Se una donna di partito
     Dopo un mezzo quarto d’ora
     Non s’arrende al dolce invito.

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