Pagina:Poesie e satire di Pietro Buratti veneziano.pdf/113

Da Wikisource
Sta pagina la xe stà trascrita, ma la gà ancora da vegner rileta.

Sono queste bagatelle
     Per chi avezza è da bambina
     A mandar sù e giù la pelle
     Con la docile manina. 3
È il supporre spaventata
     Dalle forme dei cotali
     Chi fu sempre abituata
     Ai concubiti venali
È il supporre un gran miracolo
     In chi certo non è degna,
     Dato il vasto ricettacolo
     Della comoda sua fregna.
Nè il poeta Goriziano
     Mal rispose al cavaliere
     Che invecchiato cortigiano
     S’è voluto far vedere.
Accordando un sol momento
     All’amabile protetta
     L’incredibile portento
     Ch’abbia ancora mona stretta
La sua finta negativa
     Merta laude e non disprezzo,
     Donna ella è speculativa
     Non puttana di vil prezzo.
Il far camera non lice
     Per compenso passeggero
     A famosa meretrice
     Che conosca il suo mestiero.
Che in concordia singolare
     A due pazzi protettori
     Eccitando le sue gare
     Vende cari i suoi favori

Traesto fora da Wikipèdia - L'ençiclopedia łìbara e cołaboradiva in łéngua Vèneta "https://vec.wikisource.org/w/index.php?title=Pagina:Poesie_e_satire_di_Pietro_Buratti_veneziano.pdf/113&oldid=58323"