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CENNI
SULLA COMMEDIA INTITOLATA

LA REGATA DI VENEZIA.

La Regata di Venezia pareggia le antiche giostre: pompeggia in essa una gara onorata; il fanatismo non v'ha luogo.

Li giostratori s'assicurano di vincere col mezzo delle lor forze, della loro maestria. Fiduciano sulla protezione di Dio, su quella de' Santi suoi. A questi Esseri beati innalzan preci, voti offeriscono, prometton memorie: le loro famiglie in egual modo vi prendono interesse: vi si tratta di onore, di più felice sussistenza.

Queste famiglie formano una classe distinta quasi: presso di esse si custodiscono, si venerano li ritratti de' vincitori lor padri, lor avi; questi incoraggiano e figli, e nipoti.

Su queste basi fu data alla luce con le stampe la Novella, Il Trionfo de' Gondolieri, ed essa somministrò argomento a Commedia, che son ora scorsi sei lustri e più si vide declamata con fortunato incontro in Venezia sulle Scene del Teatro di Sant'Angelo dalla Comica Compagnia Pellandi.

Dopo tanto tempo l'Impresario Comico Morelli volea far rivivere tale Commedia. Invano si fece ricerca di quell'Originale e s'ignorava persino chi ne fosse stato l'Autore; si volea per altro, che certo Giotti Fiorentino ne avesse avuto il merito.

A compiacere il Morelli si diede il Veneziano Alessandro Zanchi all'impresa di scrivere su detto argomento una nuova Commedia. Vive avea egli ancora le immagini della prima, il Trionfo de' Gondolieri gli è caduto sott'occhio; vi riuscì, e siccome l'eroismo si trova anche in persone del volgo, lungi ogni immagine di scurrilità, dipinse, su basi di sana morale, quali li Giostratori, e colla pittura del fatto, quale la Giostra.

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