Pagina:Intermezzo di Cassandro cavalier affettato e di Betta ragazza veneziana.pdf/4

Da Wikisource
Sta pagina la xe stà trascrita, ma la gà ancora da vegner rileta.

     Volesse el Ciel, che capitasse adesso
     Un partio de mio gusto;
     Son tanto invelenada
     Che me vorave maridar quà in strada:
     Ma vien quel canapiolo
     Quel scartozzo monziù del sior Cassandro
     Combattuo dall'amor, e dalla fame,
     El me fa el casca morto
     Ma mi co sti siorassi no voi trarme.
     Onde vogglio cavarme. (vol partir
Cas. Ehi Signora Bettina (incontra Cas.
     Lucidissima stella
     Del veneto emisfero
     Perchè fugge così? Perchè si rato
     Vuol portar da me lungi il piede ingrato.
Bet. Strissimo sior Cassandro, in verità
     Non l'aveva osservà.
Cas. A voce assai più grata
     Del canto di Sirenna, e meno infida
     Onde amor mi ferisce, e par che rida,
Bat. Questa xe so bontà (sia maledetto.
     Se intendo una parola.
Cas. E quando mai
     L'oro scopo gentil del suo sembiante
     Vorrà render felice un cuor amnte.
Bet. Anzi lei, sior Cassandro, el me confonde
     Con tante cerimonie, e complimenti.
Cas. Io dir volea.
     Che se vu signoria m'ode pietosa
     Vuol scoprirgli la fiamma in seno ascosa
Bet. Vorla che mi ghe diga in do parole?
     Mi per far cerimonie non so nata
     E non voggio con lù deventar mata.
     (Vuol partire Cassandro la trattiene)
Cas. Deh si fermi un momento